« Laudato si’, mi’ Signore », cantava san Francesco d’Assisi ricordandoci che la nostra madre terra è una casa comune, e proprio come la nostra casa – con la quale condividiamo l’esistenza – va curata, pulita, amata, preservata.
Dopo trent’anni di abbandono da parte di tutte le istituzioni e degli Enti preposti il fiume Tronto, ormai fiume della memoria, versa in uno stato straordinariamente grave e l’ultima frana dei giorni scorsi sulla Picente, strada di accesso alla Città di Amatrice, è solo l’ennesimo sintomo del degrado ambientale in cui versa.
Dalle immagini del mio video-racconto emergono, con palmare evidenza, i danni prodotti all’ambiente: un fiume non più tenuto in equilibrio dal lavoro agricolo attraverso il controllo delle rive dei fiumi, la manutenzione del sottobosco, il taglio selettivo della vegetazione, la rimozione del legno morto sulle sponde o nel letto del fiume.
Insomma tutta la cura e la manutenzione assicurata in passato dalle popolazioni, oggi non può più essere assicurata dalle Istituzioni.
Vi parlo del nostro fiume Tronto, ma la situazione è la stessa per i tanti fiumi che attraversano quei paesi ‘da cartolina’ dei luoghi abbandonati più belli d’Italia.
Se la caratteristica che rende indissolubile ogni politica sul turismo con il patrimonio naturalistico e paesaggistico del nostro ‘Bel Paese’ è l’ambiente, allora questo ambiente lo dobbiamo tutelare.
E’ la tutela oggi il problema, un problema che un Sindaco non può risolvere da solo, non fosse altro per il fatto che non ha competenza amministrativa e soprattutto non ha risorse.
Il grido di allarme che Amatrice lancia con questo video alle Istituzioni preposte – Regione, Provincia, Autorità di Bacino – vuole indicare la via: una politica sana dovrebbe essere capace di assumere questa sfida, e le Istituzioni preposte dovrebbero svolgere – addirittura – il ruolo di garante affinché i cittadini possano continuare a vivere nella loro terra, e possano continuare a confrontarsi con il loro passato, con le loro radici.
È chiaro come la tutela dei territori interni e dell’ambiente sia stata oggetto di una discriminazione autocratica da parte delle Istituzioni, perché se facciamo un inventario della nostra ‘Italia da cartolina’ scopriamo che ci sono luoghi che appartengono ad un’altra geografia: dei circa 8.000 comuni, secondo l’ultima rilevazione Istat, i paesi fantasma in Italia sono circa un migliaio. Mentre sono paesi per pochi intimi, circa 3.000, quelli che hanno meno di 5.000 abitanti: sono comuni spesso isolati, a rischio spopolamento, dove non di rado è difficile garantire persino diritti essenziali come l’istruzione e la salute.
Una cospicua percentuale del territorio italiano è già oggi disabitato e non più coltivato, e quindi è minacciato dal degrado ambientale, un problema difficile da risolvere se non si definiscono seri programmi di tutela e manutenzioni.
“L’ambiente costituisce un bene giuridico unitario di valore costituzionale primario, garantito da ben tre articoli della nostra Costituzione” commenta il Sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi “Non voglio far polemiche, però occorre essere chiari fino in fondo: ho dibattuto energicamente del grave degrado del fiume Tronto in una riunione in Prefettura con gli Enti preposti. Ho chiesto unità di intenti, ed ora attendo di sapere quali sono le intenzioni di chi amministra questa competenza. Spero, con questo video, di aver risvegliato qualche coscienza, smosso la voglia di tentare di risolvere un problema che è un problema di tutti, di noi, dei nostri figli e delle generazioni future”.
“In questo delicato momento – chiude Sergio Pirozzi – faccio appello ai miei concittadini, è una battaglia di civiltà, e dobbiamo essere uniti come non mai!”